Il basso

Edu Hebling

É difficile parlare del basso elettrico e contrabbasso in cosi poche righe. Perché l'argomento non si può parlare di basso senza parlare di musica, e questo è un argomento sconfinato. Ma proverò ad essere sintetico.

Il basso nella musica sta alla base dello spettro sonoro, dell'armonia e del ritmo. È basicamente uno strumento d’accompagnamento. Più che uno strumento, è una funzione musicale: la "funzione-basso". Cioè deve sostenere un brano musicale con note gravi, toniche degli accordi e ritmo di base. Il progetto di una casa che non sta in piedi non è un progetto valido solo perché sulla carta l'architetto si è sbizzarrito in abbellimenti, citazioni e virtuosismi. Le funzioni primarie sono state trascurate: far stare in piedi la casa per poter proteggere ed accogliere. Così una linea di basso è buona solo quando fa stare “in piedi” un brano, dandogli le basi per veicolare la comunicazione musicale. Nel mio disco appena inciso, potevo anche “finalmente fare il solista”, essendo mio il progetto (cosi si usa...) Ma le composizioni richiedevano un contrabbasso basico, e questo ho fatto.
Essere funzionale significa avere un buon timbro, attinenza armonica e un buon tempo.

Il suono del basso. La prima cosa che colpisce. Rotondo, avvolgente. Ciccione. Simpatico. Da piccolo seguivo sempre le linee di basso delle canzoni perché mi piaceva il suono. E quanto mi arrabbiavo quando entrava il chitarrista a coprire il povero basso con la sua mega-distorsione-ad-uranio-impoverito ultimo grido! Mannaggia! Poi ho suonato il contrabbasso in orchestre sinfoniche: essere in una sezione di contrabbassi inferociti che esegue Mahler è un piacere indescrivibile! Far parte di questa massa di basse frequenze! (Un flautista non lo potrà mai capire…) Sorreggere una intera orchestra sinfonica! E così successivamente per i vari stili musicali che affrontavo, alla ricerca di basse frequenze, la pancia che vibra, fisicità. La funzione-basso per i suoni è quella di far vibrare bene le basse frequenze. Frequenze, vibrazioni, pulsazione. La musica è fatta di questi elementi, e il suono del basso regna sovrano alla base di tutto.

Nell'armonia il basso ha la funzione di dare la nota di base di ogni passaggio musicale. Ma qualche abbellimento ci vuole! Non si può cadere nell'errore opposto: la linea di basso statica. Il bassismo di trincea. Guardate il bassista di trincea, immobile, duro, imperterrito. Per lui perdere un battere significa perdere l'onore… No, per dare interesse al discorso musicale lo sfondo si può rovesciare con il soggetto. Una buona linea di basso tiene conto di questo, e offre quello che serve per aiutare a veicolare il discorso musicale. Bill Wyman, Paul McCartney e Aston Barrett sono grandi bassisti perché nel contesto in cui si trovavano (Stones, Beatles e Wailers) sono stati perfetti: su forti basi filologiche hanno creato linee di basso su misura per ogni brano. La loro architettura regge a distanza di decade. Il bassita deve avere la consapevolezza di chi è il soggetto di ogni inquadratura, e di quale sfondo sia necessario.

La ritmica ed il basso. Un ritmo non funziona solo per l'attinenza filologica e memoria individuale. C'è un gioco di proporzioni dietro, che è universale. Vediamo: un ritmo è formato da cellule che dondolano su se stesse chiudendosi in cicli regolari. Queste hanno un “motore interno”, i generatori ritmici, basati su proporzioni 3:2 e 2:3 e varie combinazioni. Questi generatori giocano con il baricentro della ritmica creando movimento e sono comuni a tanti ritmi del mondo... Il bassista che conosce il ritmo lo può variare senza perdersi in inutili abbellimenti e virtuosismi che indeboliscono la cellula portante. Buona architettura... Ma sono andato troppo in la ed ora concludo con una storia che parla proprio dell’universalità del ritmo.
Messico, tour con i DMA nel 97. Suonavamo in giro per una rassegna culturale ufficiale tipo “la cultura è per tutti” (sembra fantascienza). Mi è rimasto impresso come la gente dei “pueblitos” per cui suonavamo fosse coinvolta “fisicamente” dai concerti. Acid Jazz urbano ed europeo, ma la gente batteva le mani, ballava. Funk e jazz letti perfettamente dai contadini dei villaggi in Messico, in piazza tra bancherelle, nonni con “sombreros” e odore di cibo. È stata una delle più grande emozioni che ho avuto suonando il basso.
Musica è comunicazione. Il ritmo un veicolo universale. E il basso una parte importante in tutto ciò. Basico ma importante.

Edu Hebling